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aista17.
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Nell'atmosfera sempre più festaiola (e irresponsabile) che stiamo vivendo in questi anni, si moltiplicano anche i raduni di veicoli d'epoca. Purtroppo si moltiplica in modo esponenxiale il numero di targhe false o rifatte, così come il numero di rottami ricostruiti partendo da pochi pezzi originali.
Senza contare il "volere e non potere" di chi si ritrova in casa una Panda o una Uno e cerca di spacciarla come d'epoca a ogni costo.
Dal lato opposto c'è chi importa automobili estere di modelli inusitati, pirvi di attrattive o caratteristiche particolari che nessuno conosce e a cui nessuno interessano essendo estranee all'immaginario collettivo italiano.
Se poi si guardano le riviste di auto d'epoca o gli annunci di veicoli in vendita, in gran parte sono sempre le stesse vetture, che cercano di passare da un proprietario all'altro, possibilmente con un certo guadagno, o i soliti patiti presenti ad ogni corsa d'epoca o oggetto ripetuto fino alla nausea di servizi fatti dal solito giornalista compiacente.
Penso che ormai l'automobilismo d'epoca italiano non possa esprimere più nulla di nuovo.
D'altra parte i modelli prodotti sono un tot quanto a varietà e quelli sopravvissuti sono quelli che sono. I modelli nuovi, almeno ad un giudizio di oggi, non hanno il fascino di quelli passati e ben difficilmente saranno oggetto di interesse futuro.
Per conto mio il miglior rifugio, a parte la ricerca di targhe storiche (e autentiche) penso che sia la ricerca di documenti e immagini d'epoca, sempre ricche di fascino, rigorosamente autentiche e testimonianze di costume..